Un disco di diamante della capacità di 2000 blu-ray che dura milioni di anni
Ingegneri cinesi sviluppano un dispositivo per immagazzinare dati ad alta densità sfruttando la luminosità di cavità ottiche
In un'epoca in cui la maggior parte delle informazioni viaggia in formato digitale, diventa sempre più importante avere dispositivi per immagazzinare i dati in maniera quanto più possibile efficiente e duratura, oltre che per poterli recuperare rapidamente.
Certo, negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante, da quando l'ultimo grido della tecnologia erano i floppy disk all'uso oramai consolidato dei blu-ray, ma anche questi ultimi consentono di salvare, nel formato più comune, solo 25 gigabyte (GB) di dati e hanno una durata media di pochi decenni.
Ora, però, un'innovazione tecnologica cinese promette un significativo balzo in avanti, con dispositivi ad accesso veloce in grado di immagazzinare un quantitativo di dati pari potenzialmente a 2000 blu-ray per milioni di anni.
Come ci sono riusciti? Sfruttando cavità ottiche fluorescenti all'interno di diamanti, perché si sa, un diamante è per sempre (o quasi).
Cavità di carbonio ad alta densità
Innanzitutto sfatiamo un possibile mito: oramai siamo in grado di salvare dati praticamente su tutto, persino DNA, quindi l’utilizzo di diamanti non è una novità; il problema è che finora si era riusciti a farlo soltanto a bassa densità (e quindi con necessità di grandi quantità del prezioso materiale).
Ora, invece, un gruppo di ingegneri presso la University of Science and Technology of China ha sviluppato un sistema per ottenere una densità di immagazzinamento molto superiore, per di più su un formato tranquillamente conservabile a temperatura ambiente e che non richiede manutenzione.
Il procedimento utilizza, nella fase di scrittura dati, un laser per rimuovere singoli atomi di carbonio dalla superficie di un diamante, creando in tal modo una piccola cavità.
I ricercatori hanno scoperto che, regolando il livello energetico del laser in scrittura, è possibile creare settori con diversi livelli di luminosità, in base al numero di cavità incise.
In questo modo, i dati possono essere salvati sotto forma di spazi vuoti con un determinato livello di luminosità; successivamente, in fase di lettura, un altro laser rileva tale livello e lo decodifica, risalendo all’informazione originaria.
Record e prospettive
Per gli amanti delle specifiche tecniche, tale sistema consente un rapido tempo di scrittura di 200 femtosecondi e una densità di immagazzinamento dati da record, pari a 1,8 terabyte (TB) per centimetro cubo (dove 1 TB è uguale a 1000 GB): su un supporto delle dimensioni di un blu-ray, si potrebbero salvare circa 100 TB di dati!
Per il momento, comunque, il gruppo ha effettuato test su pezzi di diamante della lunghezza di pochi millimetri, copiandovi immagini tramite mappatura della luminosità dei singoli pixel sul livello di luminosità di specifici settori all’interno del diamante, con un’accuratezza superiore al 99%.
Pronti per la prossima rivoluzione tecnologica nel campo dei dispositivi di salvataggio dati, quindi? Non ancora, purtroppo: oltre a dover essere ancora testato su un formato simile al blu-ray, il processo richiede anche costosi e ingombranti laser e fotocamere ad alta velocità per la cattura di immagini a fluorescenza.
I ricercatori, però, prevedono che in futuro il loro sistema “a base di diamanti” possa essere contenuto nello spazio di un forno a microonde, mentre nel breve termine esso farà probabilmente gola ad agenzie governative, istituti di ricerca e biblioteche impegnate nell’archiviazione e nella preservazione dei dati.
Chissà quanto costerebbe un CD con la superficie diamantata... Mi sa che rimarrò con i dischi magnetici ancora a lungo (ricordandomi di travasarli o riscriverli ogni 10 anni circa).