Thornhedge, un'eccezionale rilettura de La bella addormentata nel bosco
Vincitrice dei prestigiosi premi Hugo e Locus, la novella di T. Kingfisher stravolge mirabilmente la famosa fiaba, raccontandola dal punto di vista della fata Toadling
La bella addormentata nel bosco (La belle au bois dormant, nell’originale francese) è una delle fiabe più famose ed è stata raccontata in varie salse fin dal 1330, sebbene molte/i di noi la conosceranno soprattutto nella versione più recente dei fratelli Grimm (1812) o magari nell’adattamento cinematografico della Disney (1959).
Come molte opere classiche, è normale trovarvi temi ormai superati nella nostra sensibilità più moderna, come quello (evidente fin dal titolo) dell’esaltazione della sola bellezza nelle donne o della “damigella in pericolo”, la cui unica funzione pare essere quella di attendere pazientemente che il principe la salvi.
Ecco quindi che anche di recente sono piuttosto comuni le riletture (retelling, in inglese), che però a differenza di quelle del passato a volte stravolgono completamente l’opera originale o la raccontano da un punto di vista diverso.
Un fulgido esempio è quello di Thornhedge (2023), pluripremiata novella della scrittrice americana T. Kingfisher (pseudonimo di Ursula Vernon), che magistralmente ribalta la fiaba de La bella addormentata, facendocela rivivere attraverso gli occhi di una fata che non ha niente a che vedere con quella malvagia che ricordavamo.
Toadling e Halim
Toadling, una fanciulla in grado di trasformarsi in rana, fa la guardia a un muro di spine che nasconde una principessa addormentata in una torre, sperando che l’umanità dimentichi finalmente della sua esistenza, mentre i secoli trascorrono lenti e solitari.
Un giorno Halim, un cavaliere musulmano impoverito ma gentile, si avvicina alla barriera, sulle tracce di una vecchia storia che ormai è diventata quasi leggenda. Toadling, dopo un’iniziale diffidenza, decide di raccontargli la sua incredibile versione dei fatti.
Questa la premessa di un romanzo medio-breve (poco più di un centinaio di pagine) che usa sapientemente il poco tempo a disposizione per esplorare temi importanti quali la famiglia, l’amicizia e l’amore, la bellezza interiore, il senso di colpa e del dovere, l’afflizione e la solitudine.
Straordinari pregi narrativi
Ma ovviamente le premesse da sole, per quanto ottime, non sono sufficienti a spiegare il valore di un’opera che ha ricevuto tanti, prestigiosi riconoscimenti, quali i premi Hugo e Locus come miglior novella, entrambi nel 2024.
Ciò che colpisce in Thornhedge sono infatti l’abilità, lo stile e il passo della narrazione di Kingfisher, che dipinge con maestria personaggi memorabili (Toadling in particolare) e racconta una storia avvincente, con toni che vanno dal dolce e timido al teso e terrificante.
Nel complesso, però, quello che emerge è un’opera sorprendentemente rilassante e ottimista, con descrizioni e dialoghi tersi, essenziali e mai banali, che ha davvero pochi rivali nella sua categoria.
Unico neo, del tutto indipendente dalla volontà dell’autrice, è la disponibilità solo in lingua originale (inglese) del libro, che in parte ne limita l’accesso a lettrici e lettori internazionali: si spera che il successo di critica sia seguito da quello di pubblico, spingendo la casa editrice (Tor Books) a tradurlo in altre lingue.