Colonna sonora astronomica, volume due
Il secondo volume della compilation, sempre composta da dieci brani più due bonus, per accompagnarci nel nostro viaggio ai confini del cosmo
Chi segue da un po’ il mio blog (o semplicemente l’ha capito dal titolo dell’articolo), sa che qualche mese fa ho pensato di unire due delle mie passioni, musica e astronomia, per realizzare una compilation di brani a tema.
La triste, ma gloriosa fine dell’elicotterino Ingenuity ha rappresentato l’occasione per “ritornare sul luogo del delitto” e mettere assieme il secondo volume della raccolta suddetta, la cui prima canzone è dedicata proprio alla sua memoria.
Il formato resta invariato: tre paragrafi (Lato A, Lato B e Tracce bonus) contengono i dieci più due brani musicali, ognuno dei quali è accompagnato dal rispettivo link per l’ascolto su YouTube, oltre che da una breve descrizione.
Non mi resta quindi che augurarvi buon ascolto, sperando che le tracce siano di vostro gradimento e ricordandovi che commenti in merito e/o con suggerimenti per un eventuale volume tre sono molto graditi!
Lato A
College - The Drone
Progettato per eseguire fino a 5 voli dal suolo marziano, il leggendario Ingenuity ne ha compiuti ben 72(!), prima di doversi arrendere a causa di un problema a una pala del rotore.
Quale miglior canzone per commemorare le sue gesta di The Drone, uno dei capolavori di College (al secolo David Grellier), seminale artista della scena synthwave francese?
Addio Ingenuity e grazie per tutta la scienza.
T.Rex - Ballrooms of Mars
Indugiamo ancora un po’ sul pianeta rosso per partecipare al ballo orchestrato dai T.Rex, pionieri inglesi del glam rock negli anni 70 del secolo scorso.
Malinconica e struggente, Ballrooms of Mars è uno dei picchi della produzione musicale del gruppo, purtroppo interrotta prematuramente a causa della tragica morte del cantante Marc Bolan poco prima del suo 30° compleanno.
Sun Ra - Space is the Place
Si resta negli anni 70, ma con un mood completamente diverso, grazie all’eclettico Sun Ra e la sua Astro Intergalactic Infinity Arkestra, che ci presentano un autentico tour de force musicale.
Space is the Place è infatti un lungo brano free jazz con un coro incessante e quasi tribale, che alterna passaggi dissonanti al sax a momenti di (relativa) calma spaziale.
Neil Young - Harvest Moon
Dopo i bagordi di Sun Ra, tiriamo un po’ il fiato con questa ballata classica illuminata dalla Luna del leggendario cantautore nordamericano.
La suadente voce di Neil Young culla come una ninna nanna nella romantica Harvest Moon, così che “just like children sleepin', we could dream this night away” (“proprio come bambini che dormono, potremmo passare questa notte sognando”).
Soundgarden - Black Hole Sun
Ma Young è ricordato anche per le sue chitarre distorte, che gli sono valse l’appellativo di “Padrino del grunge”. Viene quindi facile il collegamento coi Soundgarden del compianto Chris Cornell, che rivolgono una sorta di preghiera pagana al Sole con la famosa Black Hole Sun.
Niente paura, però: la nostra stella non potrà mai diventare un buco nero, quindi godetevi con calma il grottesco video della band di Seattle.
Lato B
György Ligeti - Atmosphères - 2001: A Space Odyssey
Il secondo lato si apre sulla scia di come si era chiuso il primo, cioè con un tema fantascientifico, stavolta nientemeno che dalla colonna sonora di quello che è probabilmente il film più rappresentativo del genere: 2001: A Space Odyssey.
La Atmosphères del compositore di musica d’avanguardia György Ligeti è un brano inquietante, senza ritmo, pieno di alti e bassi sonori simili a improvvise maree.
R.E.M. - Man On The Moon
E a proposito di maree, è di nuovo la Luna loro artefice la protagonista di questa famosissima canzone della band capitanata da Michael Stipe.
Dedicata all’irriverente comico americano Andy Kaufman, Man on the Moon dei R.E.M. ha una musica orecchiabile, ma un testo altrettanto provocatorio, pieno di riferimenti a varie teorie cospirazioniste, tra cui ovviamente quella legata al titolo.
Indochine - Black Sky
Ma è tempo di tornare sulla Terra…con l'intento di lasciarla. Sì, perché nella rabbiosa e struggente Black Sky il nostro pianeta è un luogo freddo e indifferente ai bisogni umani.
Non resta quindi che costruirsi una “zattera” spaziale e salpare verso altre galassie, verso quelle luci abbacinanti come questo brano degli Indochine, band new wave che dimostra di saper ancora comporre ottima musica dopo 35 anni di onorata carriera.
Air - Kelly Watch the Stars
E le stelle ossessionano anche gli Air di Kelly Watch the Stars, gruppo attivo dalla metà degli anni 90 e molto apprezzato nell’ambito della scena dance/elettronica francese.
Ritmo accattivante e incalzante, voce robotica su testo ripetitivo, video ipnotico da vedere e rivedere: gli ingredienti per immergersi in una sorta di trance cosmica ci sono proprio tutti.
Hawkwind - Master of the Universe
Si chiude il lato in maniera epica e non meno incalzante con gli Hawkwind, storica band “contenitore”, che negli anni ha assunto innumerevoli forme diverse, sia come membri che come generi musicali.
Nella delirante cavalcata space rock di Master of the Universe, il sassofonista Nik Turner (qui alla voce) immagina di essere il creatore e centro dell’universo, ma finisce poi per riflettere amaramente sulla stupidità umana.
Tracce bonus
Litfiba - Univers
“E gli italiani?”, mi direte, “Non c’è proprio nessuno?”. Avete ragione, ma rimediamo subito con un pezzo dei tempi d’oro (anni 80) dei Litfiba.
Nella romantica Univers, Piero Pelù sogna di spiccare il volo nel cuore della notte, mano nella mano con la sua amata, per ammirare assieme le meraviglie del cosmo.
Neon Black - Falling Star (End Credits)
E per i titoli di coda chiudiamo il cerchio, affidandoci a un altro brano synthwave composto idealmente a questo scopo.
La malinconica Falling Star (End Credits) di Neon Black ci riporta alla dura realtà, con la consolazione di poter almeno ammirare una fulgida stella cadente, come quella ritratta nella copertina dell’album, che rimanda chiaramente al “ritiro” della replicante Zhora in Blade Runner.
Bella raccolta: come la prima, anche questa molto varia. Mi sono piaciute soprattutto l'apertura e la chiusura, ma anche Black Sky e gli Hawkwind. Cavolo, quel video di Kelly Watch the Stars l'avrò visto dozzine di volte da ragazzino ed è ancora ipnotizzante.
Bravo che hai messo pure Univers. Sta canzone mi fa sempre ricordare di una sera che ero uscito con gli amici e avevo fatto così tardi da perdere il treno per rientrare a casa. All'epoca non c'erano ancora i cellulari e nonostante un signore gentile mi diede un gettone telefonico per chiamare a casa, al tempo era difficile trovare telefoni pubblici che accettassero ancora monete. Presi un regionale alle 2-3 di notte, e in quella notte andata male, ma ormai quasi al sicuro su un treno verso casa, Univers fu come una rassicurante buona notte. Trovai mia madre ad aspettarmi col pandino, chissà da quante ore. Nessuno di noi disse una parola. In fondo poteva andare peggio.