Gli alberi del futuro saranno liquidi?
Una soluzione provocatoria al problema della difficoltà nel piantare alberi in città
È risaputo che gli alberi svolgono un ruolo fondamentale nella vita degli esseri umani, cioè trasformare l’anidride carbonica nell’ossigeno che respiriamo.
Con la forte spinta all’urbanizzazione imposta dalla rivoluzione industriale, si è creato però un problema: l’uomo si è allontanato sempre più dalle zone verdi, e ricrearle nelle città, dove cioè ce ne sarebbe più bisogno, non sempre è possibile.
La situazione è stata seriamente considerata già a partire dal secolo scorso, ma è solo di recente che si inizia a parlare di una possibile, per quanto bizzarra, soluzione pratica: creare degli alberi liquidi.
Perché è complicato avere alberi in città
Ci sono numerosi ostacoli che rendono difficile piantare alberi in città, in particolare in quelle più affollate:
gli alberi sono grandi e quindi richiedono una quantità di spazio che spesso non è disponibile;
gli alberi hanno bisogno di terreno ricco di nutrienti, che tipicamente scarseggia in città;
le radici degli alberi possono creare danni alle infrastrutture, come marciapiedi e fogne;
gli alberi richiedono cura e manutenzione da parte delle autorità cittadine;
il polline generato dagli alberi può provocare allergie stagionali;
gli alberi tendono a trattenere al loro interno anidride carbonica e particolato, il che è dannoso per la loro sopravvivenza.
Quest’ultimo punto merita di essere approfondito.
Un albero può assorbire un massimo di 150 kg di carbonio all’anno, prima di subire conseguenze alla sua salute e aspettativa di vita. Potrebbe sembrare tanto, ma in realtà è meno di quanto prodotto dal consumo di un singolo serbatoio di carburante di un’automobile.
Di conseguenza, per svolgere efficacemente la funzione di pulizia dell’aria (che è chiaramente più inquinata nelle città), servirebbe una vera e propria foresta urbana.
Gli alberi liquidi vengono in soccorso
Ecco quindi che entra in gioco la strana idea di un albero liquido, a partire dal concetto di fotobioreattore.
Un fotobioreattore è un contenitore chiuso e illuminato, pieno d’acqua e di organismi (alghe o batteri) in grado di effettuare la fotosintesi, che generano ossigeno a partire dall’anidride carbonica.
Il tutto in un sistema attentamente calibrato di crescita controllata.
In particolare, come riporta Savannah Geary su SciShow, un gruppo di ricercatori serbi ha creato il fotobioreattore LIQUID3, un prototipo che usa un tipo di alga unicellulare diffusa in Serbia, la Chlorella vulgaris.
Tale alga è resistente sia alle alte che alle basse temperature, il che le consente di effettuare la fotosintesi tutto l’anno, a differenza degli alberi non sempreverdi, che “vanno in ferie” in inverno.
Stando alle dichiarazioni di uno dei ricercatori, un LIQUID3 da 600 litri ha la stessa efficacia di due alberi di dieci anni, il tutto occupando lo spazio di una panchina in un parco.
Come bonus, il fotobioreattore è munito di un pannello solare che genera elettricità per l’illuminazione notturna, quindi può anche fungere da lampione e persino da base per ricaricare cellulari.
Sfide presenti e prospettive future
Come se non bastasse, LIQUID3 ha l’evidente vantaggio di essere subito pronto per l’uso, invece di dover aspettare decenni per la crescita di un albero.
E il prototipo richiede molta meno manutenzione di un albero: basta semplicemente rimuovere le alghe troppo cresciute ogni sei settimane, alghe che possono anche essere riciclate come fertilizzante.
Tutto perfetto quindi? Non esattamente.
Innanzitutto, LIQUID3 è ancora nella fase iniziale della produzione, quindi andrebbe valutato su tempi più lunghi. Inoltre, al momento i costi sono piuttosto alti.
Infine, gli alberi liquidi non saranno mai in grado di rimpiazzare quelli reali in quanto a impatto estetico e benefici sulla salute mentale, soprattutto nelle grandi città.
Ma ciò non esclude che essi possano in futuro giocare un ruolo importante, a fianco ai loro colleghi legnosi, nel rendere le nostre città più verdi e pulite.
... i colleghi legnosi <3
Bella idea comunque. Metterne alcuni vicino alle fermate del tram, anche per l'illuminazione notturna, non sembra male. Il misantropo che è in me però mi suggerisce che i vandali lo potrebbero rompere, con conseguente fuoriuscita di 600 litri di acqua... Magari non è adatto a tutte le città.
Qui da noi intanto hanno vietato i giardini con i ciottoli in città: ora si devono fare con l'erba (ma più per il caldo che per l'inquinamento).
Grazie, molto interessante!!