L'atmosfera terrestre è in grado di purificarsi da sola
Un nuovo studio dimostra come l'atmosfera terrestre riesca a produrre idrossido purificante direttamente da goccioline d'acqua, senza bisogno di luce solare
L’inquinamento atmosferico è uno dei temi caldi degli ultimi tempi, con gas serra e altri agenti chimici che minacciano di rendere invivibile la Terra, come il suo “gemello” Venere.
La natura, per nostra fortuna, è straordinariamente resistente alle manipolazioni umane e a volte viene inaspettatamente in soccorso dei suoi stessi carnefici.
In tale ambito si inquadra, infatti, la recente scoperta di un gruppo di ricercatori americani: l’atmosfera terrestre riesce a produrre da sola quanto richiesto per purificarsi da sostanze inquinanti.
La ricetta richiede ingredienti estremamente semplici da procurare: goccioline d’acqua e aria.
L’idrossido come “spazzino” dell’aria
L’idrossido (OH) è una molecola fondamentale per ripulire l’aria da gas serra e altri composti chimici inquinanti.
Esso, infatti, è in grado di scatenare le reazioni chimiche che scompongono e contribuiscono a rimuovere dall’atmosfera sostanze nocive, come anidride solforosa e monossido di azoto.
Finora si pensava che la luce solare fosse il principale catalizzatore per la produzione dell’idrossido, ma Kangwei Li e i suoi colleghi ricercatori presso la University of California, Irvine, hanno recentemente dimostrato come non sia così.
Come riportato su The Brighter Side of News, infatti, pare che il campo elettrico che si genera naturalmente tra goccioline d’acqua nell’atmosfera e l’aria circostante sia tutto ciò che serva per creare idrossido.
L’idrossido in assenza di luce
Per testare tale ipotesi, Li e il suo gruppo hanno ricreato in provetta la combinazione acqua-aria presente nell’atmosfera, con l’aggiunta di una molecola in grado di rilevare la presenza di idrossido.
I risultati hanno dimostrato che, in assenza di luce, la produzione di idrossido è uguale se non addirittura superiore a quella in presenza di luce o calore.
I ricercatori predicano comunque cautela: per confermare la scoperta, saranno necessari altri esperimenti, in particolare nell’atmosfera reale in varie parti del mondo.
Lo studio ha però il potenziale per rivoluzionare i nostri modelli di inquinamento atmosferico, consentendoci in futuro di mitigarne i devastanti effetti sull’ambiente.