L'acqua sulla Luna verrebbe creata anche col contributo della Terra
Un nuovo studio suggerisce che una parte dell'acqua sulla Luna si genererebbe grazie all'intervento della coda magnetica terrestre
In quest’epoca di rinnovato interesse per lo spazio, la Luna svolge un ruolo cruciale, non tanto come punto d’arrivo, ma piuttosto come importante tappa per viaggi sempre più arditi nel sistema solare.
In tal senso, la disponibilità d’acqua è particolarmente critica, non solo per rifornimenti idrici, ma anche per produrre ossigeno respirabile e carburante, in forma di ossigeno liquido, per il proseguimento del viaggio.
Nonostante la NASA creda che la Luna sia 100 volte più arida del Sahara, numerosi studi e mappature, anche recenti, hanno confermato la presenza di acqua sul nostro satellite, in attesa dei risultati provenienti dall’India.
Ovviamente la scienza si chiede da dove essa provenga e alle teorie già esistenti ora se ne aggiunge un’altra estremamente interessante, che riguarda molto da vicino il nostro pianeta.
Com’è arrivata l’acqua sulla Luna?
Secondo le teorie classiche, sarebbero stati asteroidi e comete a portare l’acqua sulla Luna, in seguito alle innumerevoli collisioni verificatesi nel corso degli eoni.
Altre invece speculano che si tratti di residui idrici provenienti dalla Terra, risalenti al periodo in cui la Luna ebbe origine dal nostro pianeta.
Comunque sia, l’acqua è presente sulla Luna in forma ghiacciata ed è spesso situata nei crateri in prossimità dei poli, freddi e riparati dal Sole, che avrebbe invece causato l’evaporazione della maggior parte del resto delle risorse idriche.
Ma il Sole è probabilmente responsabile anche della creazione d’acqua sulla Luna: i feroci venti solari carichi di protoni provocherebbero, infatti, l’unione di questi ultimi con l’ossigeno presente nel suolo lunare, producendo acqua.
Come riporta The Brighter Side of News, un recente studio avanza l’ipotesi che anche la Terra darebbe una mano nella creazione di riserve d’acqua direttamente sulla superficie della Luna.
Coda magnetica a protezione della Luna
Il potente campo magnetico della Terra ci protegge dalle conseguenze più dannose dell’attività solare, deviando la maggior parte delle particelle che si dirigono verso di noi.
La Luna non possiede un campo magnetico degno di tal nome a farle da scudo, ma in qualche modo “approfitta” di quello terrestre; ciò avviene quando essa transita nella cosiddetta “coda magnetica” (magnetotail, in inglese) della Terra.
La coda magnetica è uno strato di plasma incassato tra i campi magnetici, che vengono stiracchiati dal vento solare quando esso soffia in direzione della Terra.
Riesaminando i dati raccolti dalla missione indiana Chandrayaan-1 tra il 2008 e il 2009, l’assistente professore Shuai Li dell’Università delle Hawaii e il suo gruppo hanno calcolato che l’intensità dei venti solari all’interno della coda magnetica diminuisce di circa il 99%.
Ciò però non sembra impedire la formazione di acqua sulla Luna, anche quando essa transita nella coda magnetica terrestre, suggerendo quindi che i venti solari non siano indispensabili a tal fine.
Implicazioni dello studio e prospettive future
Li propone quindi un’interessante spiegazione: gli elettroni ad alto contenuto energetico presenti nella coda magnetica avrebbero un effetto simile ai protoni del vento solare nella creazione di acqua.
Le implicazioni di tale studio, se confermato da future osservazioni, sarebbero chiaramente importanti, aggiungendo una nuova fonte per l’accumulo di acqua sulla Luna e migliorando la nostra comprensione della formazione ed evoluzione lunare.
A tal proposito, Li e il suo gruppo stanno già proponendo future collaborazioni alla NASA, per esaminare in ancora maggior dettaglio il plasma lunare e l’acqua contenuta nella superficie polare del nostro satellite, durante varie fasi della sua traversata della coda magnetica terrestre.
Sarebbe certamente intrigante scoprire che, a suo modo, la Terra stessa si adoperi per supportare il sogno dell’esplorazione spaziale dei suoi abitanti.